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LA DENUNCIA CHOC ► "HANNO FATTO MORIRE MIO PADRE DI FAME E IN SOLITUDINE A CAUSA DEL COVID"

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Lupus
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Publicado el 2020/09/30 / En Eventos

Morire di fame per non morire di #Covid. Ma quando la giornalista e antropologa Tiziana #Ciavardini si è recata al #Policlinico Casilino per dare la necessaria assistenza al padre, il Cavalier Arnaldo Ciavardini, le è stato risposto picche. Perché? "Se la prenda con chi è andato in vacanza".
Un focolaio di coronavirus ha fermato tutto, incluso il vitale rapporto - ancor più necessario in questo caso - tra padre e figlia: Ciavardini non era affetto da Covid, è stato ricoverato a lugli dopo una visita cardiologica di routine. La struttura, a dirla tutta, sarebbe covid free (dicitura che ora deve essere aggiornata) e non a caso la giornalista ha avuto la premura di trasferire lì il papà poi deceduto nella mattina di lunedì.

Era ancora lucido fino a ventiquattro ore prima del decesso, ma la Ciavardini non ha comunque potuto portare cibo né calore: tre #infermieri le hanno impedito di vederlo, e gli ostacoli sono iniziati ben prima, quando la settimana precedente c'è stato il riscontro di più casi di Covid all'interno della struttura e ogni accesso a chi non fosse infermiere, è stato negato.
Niente notizie, nessuna risposta alle chiamate da parte del personale, contatti irrisori tra Arnaldo e la sua famiglia.
Sono iniziate a peggiorare lì le condizioni di Ciavardini, "morto di fame perchè nessuno lo ha aiutato a mangiare, di sete e di solitudine in una fredda stanza di un ospedale quando avrebbe potuto stare serenamente assieme ai suoi cari", scrive la giornalista sui social: "Non sono addolorata, sono solo molto ma molto arrabbiata".
Ecco la sua testimonianza ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani.

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